Il mio lavoro visto da Barbara Marzoli
Quando si dice la persona giusta al posto giusto. Piglio grintoso e pettinatura sbarazzina, Lucia Funari – architetto classe 1953 – è da poco meno di un anno il nuovo assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative della giunta Alemanno. Un brillante esempio di “Tecnico” (con la T maiuscola) al servizio della collettività.
Approdata in Campidoglio a seguito del mini-rimpasto voluto dal sindaco per l’adeguamento alle quota rosa, la Funari sta già dimostrando a chi ancora non la conoscesse di che pasta è fatto un «politico» che ha maturato la sua esperienza nella passione, nello studio e nei progetti realizzati sul campo. Uno su tutti il completamento del restauro di tutti i più importanti monumenti della capitale per il traguardo del Giubileo, ville storiche comprese, durante i dodici anni in cui ha diretto l’Edilizia Monumentale del Comune di Roma. «Quegli obbiettivi furono conseguiti grazie all’impegno ma anche alla mia consolidata esperienza scientifica ed accademica» precisa oggi, ricordando il suo curriculum certamente di livello internazionale che, dopo anni di studi, ricerche e pubblicazioni anche negli Stati Uniti (come il noto saggio su «Robert A. M. Stern – Modernità e tradizione»), la fecero approdare alla Cattedra di Conservazione e Restauro dei Beni Architettonici alla Facoltà di Architettura di Roma.
Premio Simpatia assegnato a Lucia Funari nel 2000 per i restauri effettuati
Eppure, nonostante blasone e efficienza, durante l’ultima fase della giunta Veltroni subì un’inspiegabile «oscuramento» di cui si occuparono le cronache e che fu oggetto di una denuncia in Campidoglio da parte dei consiglieri di An. «Fortunatamente è acqua passata» dice oggi la Funari,che alle polemiche ha sempre preferito la cultura del «fare». Come nelle sue lezioni agli studenti della Sapienza condotte direttamente nei grandi cantieri di restauro della Roma monumentale; e così anche nella vita privata che la vede mamma felice di due maschi e appassionata dei fornelli. «Ho sempre amato cucinare – racconta – così come da piccola adoravo disegnare e già sognavo di diventare un architetto. Per me ogni momento è buono, anche la sera tardi, per inventare un piatto e soltanto dopo invito a casa gli amici che… quasi sempre si precipitano».
Ovviamente, da quando è tornata in sella al Campidoglio tra gli onori del sindaco e del suo stesso predecessore Alfredo Antoniozzi, la sua stella polare è il buongoverno e la gestione esperta del territorio. E i primi frutti, a distanza di pochi mesi dall’insediamento, non hanno tardato a venire. Il primo porta il titolo di «Campidoglio 2» e riguarda l’aggiudicazione della gara d’appalto relativa al project financing per la realizzazione del nuovo polo degli uffici di Roma Capitale. Il progetto permetterà la razionalizzazione del sistema delle sedi amministrative «ma avrà anche il ruolo di riqualificare un’area urbana e consentire al Campidoglio di risparmiare sugli affitti passivi» spiega la Funari.
Il secondo intervento ha una valenza ancor più sociale. Ovvero riguarda l’approvazione da parte del Comune del nuovo bando sull’assegnazione delle case popolare che rinnova finalmente, dopo 12 anni, i vecchi criteri. Un successo raggiunto su proposta del neoassessore che spiega: «Il documento è frutto di un intenso lavoro di analisi del disagio sociale e premia in graduatoria categorie deboli come gli anziani, i disabili, le persone assistite dai servizi sociali, i divorziati in difficoltà e le famiglie con tre o più figli a carico». Come si suol dire, ad maiora.
Barbara Marzoli